Alvaro Soler per la prima volta al Festival di Sanremo
Ne ho sentito parlare molto, anche in Spagna, so che è molto importante. Lo sarà anche per me: per la prima volta suono con un’orchestra di questo livello e posso dare alle mie canzoni una veste più classica, non vedo l’ora di fare le prove.
C’è qualcuno tra i cantanti che ti sta a cuore?
Sono contento di vedere Lodovica Comello, ma anche Sergio e Michele Bravi.
Pensi che la tua bellezza possa aver messo in secondo piano le tue qualità di cantante?
Sì, penso di sì: c’è un sacco di gente che viene al concerto e dice “ah, ma sai cantare!”. Beh, faccio musica, so che uno che fa tormentoni estivi è difficile pensarlo come qualcosa di altro dal punto di vista musicale. Anche se va benissimo, vinci dischi di platino, hai successo, quello che mi interessa è che la gente venga al mio concerto perché faccio la musica e non perché sono bello.
L’incontro con Fedez o con Manuel Agnelli a X Factor ha influenzato il tuo modo di fare musica?
Già sul mio nuovo album ci saranno un sacco di evoluzioni diverse. Fedez è super intelligente, sa come fare tutto, io mi sono arricchito tantissimo. Manuel sembra freddo ma è molto umile, ha una curiosità tremenda, è carinissimo, vorrei scrivere qualcosa con lui: condividere la musica in questo momento è la cosa più importante che si possa fare.
E Max Gazzè? Con lui hai duettato nella versione spagnola di un suo singolo.
Lo stimo tanto, quando sono andato a cena con lui ho pensato di essere di fronte a un genio vivente, di dover prendere da lui tutta l’energia e imparare tutto quello che posso. Mi sento così con poche persone. La collaborazione con lui è nata per caso, all’inizio mi aveva chiesto soltanto una semplice traduzione in spagnolo per cantare lui, nella mia lingua, una sua canzone. Poi ha sentito un mio demo e mi ha fatto la proposta.
Intervista di: Andrea Dispenza