Per la sua posizione geografica infatti, era punto di collegamento tra Roma e l’Etruria e nodo fondamentale nella strada commerciale che, dall’Etruria dell’entroterra, portava al mare, attraverso i paesaggi fantastici della Val d’Orcia. Gli spettatori accorsi per gli innumerevoli spettacoli in parte prodotti o coprodotti dalla Fondazione, in otto diversi ambiti performativi, hanno anche potuto visitare questi paesaggi, classificati “patrimonio dell’Umanità” dall’Unesco, “dove il vento è il respiro misterioso del pianeta e il silenzio "non silenzioso", in quanto voce e linguaggio della natura, dell'universo” come scriveva Mario Luzi.
Il Festival è stato possibile grazie al Sindaco, Stefano Scaramelli; al Direttore artistico, Andrea Cigni; a tutti gli artisti, tecnici, sarte, stagisti, staff; e alla professionalità e generosità di alcune imprese sponsor, che hanno fatto sistema per la sua realizzazione, dando vita ad un motore di cultura e benessere per la crescita dell’intera comunità.
L’intera città di Chiusi, compreso il suo lago, la città sotterranea, i suoi musei, hanno offerto nuovi spazi performativi per le diverse rappresentazioni.
Nel Chiostro di S Francesco “I Sacchi di Sabbia”, in coproduzione con Festival Orizzonti, hanno presentato “Piccoli suicidi in ottava rima” e “Marmocchio, una specie di Pinocchio di marmo”; Fortebraccio Teatro vi ha portato “I Giganti della Montagna”, ultimo capolavoro rimasto incompiuto di Pirandello, che Roberto Latini, curandone la regia, avvolge col fascino del non finito; la piazza del Duomo ha fatto da sfondo alle rappresentazioni di “Teatri di Vita” con “Jackie e le altre” e della Compagnia Festival Orizzonti con “Grimm’s Anatomy”; in piazza Vittorio Veneto, Mariana Allegri ha portato “Il gatto con gli stivali” e “Don Chisciotte”, spettacoli per ragazzi e adulti; il Museo Civico ha ospitato “Visitazioni” di Paolo Panaro; sul palco del Teatro Mascagni, invece, è arrivata Chiara Guidi con “Macbeth su Macbeth”, una coproduzione di Societas Raffaello Sanzio e Festival Orizzonti.
Al suono dei rintocchi delle campane, nella piazza del Duomo, si sono svolti svariati incontri con attori importanti della scena culturale italiana: Philippe Daverio, Pino Strabioli, Alessandro Fullin, Marco Voleri e Ascanio Celestini.
E poi danza, con la Compagnia Virgilio Sieni, la Compagnia Simona Bucci ed il progetto Dedalo.
Non poteva essere assente la musica con i concerti al Chiostro con Maurizio Baglini al pianoforte e Silvia Chiesa al violoncello, nella cattedrale, o in piazza. E poi la lirica che torna a Chiusi con un dittico “Pierrot Lunare” di Schoenberg e “Gianni Schicchi” di Puccini, diretto da Sergio Alapont e la partecipazione dell’orchestra da Camera del Maggio Musicale Fiorentino che ha accompagnato musicalmente anche Ascanio Celestini nella lettura di “Pierino e il lupo”.
Pezzi di storia e di contemporaneità si sono ritrovati nelle mostre: “Mito e favola, I costumi della sartoria Farani” con abiti ideati “nei favolosi anni ‘60” per il teatro, il cinema (Zeffirelli, Pasolini) e la televisione (Canzonissima); “Miti Fragili” di Emiliano Cavalli, i cui volti dipinti nascondono, dietro la loro vivacità policroma, dolore e disagio; “La sposa di carta” di Davide Francesca, progetto che nasce insieme ad artisti della fotografia e del video. Omaggi a Pina Baush, Federico Fellini e Tony Servillo, nei documentari proiettati nella tensostruttura.
E infine, per gli amanti del teatro, anche amatori, si sono svolti dei laboratori curati da professionisti: Chiara Guidi, ha messo al centro la voce, come primo strumento per crearsi una realtà; Francesco Niccolini, il dialogo teatrale; Paolo Panaro, la narrazione scenica.
Articolo di: Raffaella Roversi
Grazie a: Marcella Santomassimo, Ufficio stampa del Festival Orizzonti d'Arte
Sul web: www.fondazioneorizzonti.it