Festival Teatri di Vetro presenta
LO SPLENDORE DEI SUPPLIZI
di e con Licia Lanera e Riccardo Spagnulo
e con Mino Decataldo
assistente alla regia Arianna Gambaccini
disegno luci Vincent Longuemare
organizzazione Alina de Gennaro
tecnico di palco Amedeo Russi
produzione Fibre Parallele e Festival delle Colline Torinesi
con il contributo della Regione Puglia
e con il sostegno del Nuovo Teatro Abeliano
spettacolo promosso da Teatri del Tempo Presente
progetto interregionale di promozione dello spettacolo dal vivo a cura di MiBAC - Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo e delle Regioni: Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto
"Lo splendore dei supplizi" desta curiosità sin dal titolo perché pone in contrapposizione due termini in antitesi: splendore e supplizi. Il nome dello spettacolo si rifà al secondo capitolo di un testo di Michael Foucalt “Sorvegliare e Punire”, in cui si spiega come le esecuzioni e le torture in pubblica piazza abbiano cambiato modalità nel corso del tempo passando da una dimensione pubblica a una privata.
Gli autori e attori di Fibre Parallele hanno deciso di partire da questo presupposto, per realizzare una rappresentazione il cui scopo è mostrare attraverso il teatro quelli che sono i nuovi feroci supplizi che un singolo o più persone subiscono in un salotto o in una stanza da letto, al riparo da occhi indiscreti.
Su un gigantesco schermo nero che svolge la duplice funzione anche di sipario, compaiono di volta in volta i titoli dei supplizi a cui assisterà lo spettatore rendendosi testimone, come in passato si faceva nelle piazze di tutta Europa, di una carneficina morale e fisica, dove il masochismo e il sadismo si confondono a vicenda, fino alla resa dei conti finale votata all’annientamento dell’essere umano e di ogni minimo barlume di dignità che possiede. Il tutto però viene affrontato con un’ironia che potremmo definire virulenta e per questo di maggiore impatto sullo spettatore che, per quanto divertito, resta spiazzato e allo stesso tempo scosso dall’inconsapevole o consapevole crudeltà che i personaggi vivono in scena.
I quattro episodi di cui si compone la pièce teatrale, "La Coppia", "Il Giocatore", "La Badante" e "Il Vegano", appaiono disomogenei in termini di resa e di qualità della messa in scena. I primi due sono i meno convincenti. "Il Giocatore" difetta di una drammaturgia che all’inizio parte bene, ma poi stanca ammiccando troppo alla risata facile e risultando per giunta ripetitiva, nonostante Riccardo Spagnulo sia un attore bravissimo e parli un barese che fa letteralmente morire dalle risate. Il primo supplizio, quello de "La Coppia", costituisce invece il grande tallone d’achille di questo girone infernale. A parte qualche bella trovata, come quella di un gatto finto che ogni tanto miagola sul divano e amplifica l’inettitudine e la banalità di una coppia in crisi, è poco incisivo, e a tratti noioso. Se dovessimo giudicare lo spettacolo da questo primo episodio il giudizio sarebbe freddino.
Si cambia però decisamente registro con gli altri due episodi: semplicemente meravigliosi. "La Badante" è un gioiello. Gli attori fantastici. Servendosi della registrazione di un politico di estrema destra che dice la sua su extracomunitari e identità nazionale, e di una recitazione soprattutto gestuale, assistiamo alla lotta, all’ultimo colpo, tra una badante dell’est Europa e un anziano meschino e gretto. Spietato, provocatorio e surreale, "La Badante" entusiasma il pubblico dall’inizio alla fine.
Il vero capolavoro dello Splendore dei Supplizi è però "Il Vegano". Il trionfo del caos e del kitsch d’autore. Un po’alla maniera di Marco Ferrari, per intenderci. Non si può restare indifferenti alle invettive in barese di due irresistibili operai di sinistra che rapiscono e torturano a colpi di carne e uova un Vegano radical chic. Il pubblico va ovviamente in delirio, ridendo a crepapelle. Sia nel precedente episodio che in questo Licia Lanera e Riccardo Spagnulo dimostrano di sapere il fatto loro e di possedere grande padronanza del palcoscenico, oltre ad essere due grandi interpreti. Urge perciò un consiglio spassionato: rivedete il primo episodio e tagliate il secondo! In modo che lo spettacolo sia degno di quello che mostra nella seconda parte e del talento dei suoi attori.
Teatro Vascello - via Giacinto Carini 78, 00152 Roma (zona Monteverde Vecchio)
Per informazioni e prenotazioni: telefono 06/5881021 – 06/5898031, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Botteghino: dal martedì al venerdì dalle 9 alle 21.30 orario continuato; lunedì dalle 9 alle 18; sabato dalle 11 alle 21,30; domenica dalle 14 alle 19
Orario spettacoli: sabato 20 settembre, ore 21
Biglietti: 8 euro | ridotto 5 euro
Articolo di: Giuseppe Sciarra
Grazie a: Antonella Bartoli, Ufficio stampa Festival Teatri di Vetro
Sul web: www.teatrovascello.it