L'ULTIMA VOLTA CHE MI SONO SUICIDATO
autore e performer Claudio Morìci
L’autore e attore Claudio Morici ci regala una simpatica e gradevole performance su come saranno (o potrebbero essere) i giovani nel 2089 mitizzando (e prendendo in giro) quelli di oggi. Il risultato è un’intelligente satira su come il progresso ci allontana dagli altri e da noi stessi rendendo i rapporti sociali statici e più complicati di quanto già non lo siano.
Al centro di questa pièce ci sono Internet, il coming out, la telepatia, gli smartphone, il teletrasporto. Ovvero la nostra modernità o se preferite postmodernità portata all’eccesso attraverso strampalate previsioni sul nostro futuro. L’avvenire che ci aspetta è di certo poco radioso per come ce lo prospetta Morici con i suoi protagonisti, Robertino e suo Nonno.
Il primo è un ragazzo del 2089 alle prese con la sua diversità (la trovata della biosessualità merita tutti i nostri applausi), il secondo è il classico anziano nostalgico dei bei tempi che furono. Quest’ ultimo, che è quello che potremmo diventare noi tra qualche decennio, ci mostra quello che fanno determinati anziani quando parlano del passato, lo enfatizzano, rendendolo più interessante di quanto non lo sia se raffrontato al presente, sempre criticabile e difficile.
Robertino al contrario di suo nonno, che appare più sicuro di sè e ha ovviamente difficoltà ed essere al passo col progresso e le sue invenzioni (telepatia, teletrasporto e altre avveniristiche amenità), è molto fragile ed esageratamente puerile, ossessionato da amori impossibili e dalle nuove trovate scientifiche del mondo attuale. Morici è molto bravo nel passare da un personaggio all’altro, sa divertire il pubblico ed è irresistibilmente simpatico.
“L’ultima volta che mi sono suicidato” ci mostra come il progresso impoverisca l’uomo, impigliandolo in meccanismi e in situazioni che non permettono all’essere umano di maturare una propria individualità. Unica nota lievemente stonata di questo piacevolissimo spettacolo è forse ravvisabile nella seconda parte, in alcuni punti meno coinvolgente e brillante rispetto alla prima, ma poi per fortuna la pièce si riprende egregiamente. Il finale è un convincente “The end”.
Teatro dell'Orologio (Sala Moretti) - via dei Filippini 17/a, 00186 Roma
Per informazioni e prenotazioni: telefono 06/6875550, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Orario biglietteria: dal lunedì al venerdì ore 11/19
Orario spettacoli: mercoledì 11 maggio ore 21.30
Biglietti: intero 10 euro, ridotto 8 euro (over 65 / under 25 / possessori Q-Card Quasar /correntisti BCC Roma), gruppi di 4 persone 8 euro (prenotazione obbligatoria), convenzionato (scuole di teatro convenzionate / gruppi CRAL convenzionati /studenti universitari) 7 euro (prenotazione obbligatoria), ridottissimo DCQ (partecipanti Premio di drammaturgia DCQ-Giuliano Gennaio 2009-2014 / partecipanti Inventaria 2010-2015 / partecipanti Scene da una Fotografia 2012-2015 / artisti in cartellone al Teatro dell'Orologio / studenti di scuole superiori convenzionate) 5 euro - Tessera associativa stagionale 3 euro
Articolo di: Giuseppe Sciarra
Grazie a: Alice Fadda, Ufficio stampa Artinconnessione
Sul web: www.teatroorologio.com