GUERRA SANTA
di Fabrizio Sinisi
regia Gabriele Russo
con Andrea Di Casa e Federica Rosellini
scene Lucia Imperato
costumi Chiara Aversano
luci Cesare Agoni
effetti sonori Alessio Foglia
produzione Centro Teatrale Bresciano con il contributo di Fondazione Cariplo Progetto Dramatos
Rappresentazione teatrale dell’omonimo testo di Fabrizio Sinisi, che ha vinto il Premio Testori nel 2018, “Guerra Santa” è una tragedia radicata nella storia contemporanea, che pone di fronte due posizioni diverse, allo stesso tempo archetipe e individuali: un prete cristiano e una giovane convertita all’Islam.
Manca poco alla mezzanotte del Venerdì Santo, quando Leila raggiunge il duomo di una città europea e il comprensorio di scuola e orfanotrofio dove lei stessa è cresciuta. Sono sette anni che manca dalla sua prima casa e ora è di ritorno per l’uomo che l’ha curata e le ha dato una famiglia, un prete cristiano. L’intento della giovane è di raccontare - confessare - al prete tutto quello che le è successo in questi anni, dalla conversione all’Islam insieme all’amico Daniele - il preferito del prete -, all’adesione a un gruppo estremista, dai primi attentati terroristici alla fuga in Siria, dove si è unita all’Isis.
Nella sua confessione Leila non cerca il perdono, bensì vuole imputare le sue scelte - perché, come afferma più volte il testo, ogni confessione è anche un’accusa - alle colpe del prete, reo di aver proposto ai due ragazzi un modello di vita, quello occidentale, vuoto, privo di ideali e morto, quando Leila e Daniele non volevano altro che sentirsi vivi.
Il prete e Leila incarnano, quindi, l’eterna lotta generazionale tra padri e figli, ma nell’accusa e nel risentimento di lei c’è qualcosa di più, qualcosa di solo suo: il senso di abbandono, la sensazione di non essere stata amata abbastanza, o comunque non quanto meritava. In un’estenuante successione di confessioni e accuse, che trivellano il cuore dei protagonisti come una mitragliatrice, lo spettatore è via via introdotto all’intero piano di Leila e scoprirà la reazione del prete.
Questo confronto dall’accento di un processo si svolge su una scena post-apocalittica, dominata da pilastri industriali e macerie e resa ancora più cupa da un buio profondo e fumoso, in cui i due protagonisti si muovono in circolo e si fronteggiano, come due animali pronti ad azzannarsi. Il linguaggio del loro confronto ha toni aulici e fa frequentemente uso di simboli e citazioni di testi religiosi, ma il pubblico non avverte il distacco dal registro linguistico di tutti i giorni, perché ciò che essenzialmente traspare dalle parole sono le emozioni dei personaggi in scena, meravigliosamente interpretati da Federica Rosellini e Andrea Di Casa, intensi e accorati. I due attori rappresentano bene la dicotomia su cui si fonda “Guerra Santa” e, più che dalle parole, si lasciano trasportare dai sentimenti; il senso di colpa del prete, la profonda rabbia di Leila, a lungo repressa, il simbolo di una generazione alla strenua ricerca di una figura paterna in senso olistico - personale, religiosa e istituzionale -, che appare evanescente e inconsistente, nonostante le promesse del padre.
Dopo l’ascolto di questo confronto-arringa rimane al pubblico l’intenso dolore provato in ogni monologo, in ogni staffilata verbale, sia da chi parla che da chi ascolta.
Teatro Elfo Puccini (Sala Bausch) - Corso Buenos Aires 33, 20124 Milano
Per informazioni e prenotazioni: telefono 02/00660606, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Orario spettacoli: dal martedì al sabato ore 19.30, domenica ore 15.30
Biglietti: intero €33, martedì posto unico €22, ridotto giovani e anziani €17.50/ under18 € 13.50
Durata spettacolo: 70 minuti
Articolo di: Valentina Basso
Grazie a: Veronica Pitea, Ufficio stampa Teatro Elfo Puccini
Sul web: www.elfo.org