Sbatti il matto in prima pagina di Pier Mario Furlan è un bel libro, complesso e ben argomentato sul ruolo che il giornalismo ha svolto nel sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della salute mentale e dei manicomi in Italia.
Tra il 1968 e il 1978 venne portato alla ribalta un tema importante che negli anni passati fu confinato in una zona d’ombra della società civile e della medicina. In quegli anni, soprattutto grazie a numerose inchieste, venne svolto da alcuni giornalisti e giornali un formidabile lavoro per ridare una dignità ai malati mentali considerati dalla medicina gli “ultimi” tanto da non meritare un trattamento considerabile umano. Ma non era solo il “paziente” ad essere inserito in un contesto di subalternità ma anche le strutture a loro dedicate non avevano un ruolo di recupero della persona ma anzi assomigliavano a veri e propri lager; con tali presupposti il paziente non era messo in condizioni di poter recuperare una “salute” e di conseguenza di non poter essere inserito nuovamente nel tessuto sociale.
La ricostruzione del Professor Furlan, docente ordinario presso la facoltà di Torino, è una sapiente elaborazione del processo che portò l’Italia ad adottare, primo paese nel mondo, una legge che prevedesse la chiusura dei manicomi.
Altro elemento interessante del libro è il ruolo che ha svolto il giornalismo nel sopracitato contesto dimostrando ancora una volta la sua strategica importanza all’interno di uno Stato moderno.
Sbatti il matto in prima pagina
di Pier Maria Furlan
Donzelli Editore 2016
Euro 32,00
Grazie a Francesca Pieri, Donzelli Editore
Articolo di Alessandro Fabrizi