La penna di Bastasi, nello scrivere questo romanzo, trova ispirazione da un articolo di giornale incentrato sul ritrovamento di resti di ossa umane di una studentessa lucana: Elisa Claps. L’analogia, con questo efferato fatto di cronaca che ha scosso per molti anni gli animi degli italiani, è creata in modo nebuloso solo nelle prime pagine dell’intera storia.
I protagonisti del romanzo sono per lo più uomini del nord Italia, milanesi doc, che dopo un’infinità di tempo si ritrovano a tessere le trame di una vicenda sepolta cinquant’anni prima. Storia rimasta sospesa nel 1965 e che ora, come fantasma incarnato, uscendo dalla cenere del passato reclama il proprio diritto alla verità. Verità scomoda e non scontata che tutti sembrano ignorare, e che nessuno dei grandi nomi della Milano da bene vuole tirare fuori dall’armadio della memoria, dall’armadio del passato. In questo romanzo prende forma un incontro-scontro generazionale: un padre-ex docente liceale impregnato di cultura sessantottina, Guido Barbieri, e una figlia: Laura Barbieri, esuberante giornalista, donna in carriera con alle spalle un divorzio, sempre affaccendata, donna che cerca di dividersi tra il piccolo Michele e una nascente storia amorosa…un po’ scomoda per entrambi. Solo loro sembrano interessarsi, in primis, a questo mucchio di ossa??!!
La storia è avvincente, la trama cattura il lettore dall’inizio del racconto sino alla fine, ma quello che mi preme sottolineare è, non solo l’ambientazione ma anche in contesto storico e il dipanarsi degli avvenimenti, mai prevedibili. Bastasi ci porta a riflettere sul fatto che si può vivere sotto lo stesso tetto ma condurre stili di vita differenti, avere visioni, sogni, prospettive della vita diverse o addirittura non conoscersi affatto. Allora, solo, quando nella vita si comincia a vedere il crepuscolo, in lontananza, non resta altro da fare che tirare le somme su ciò che si è seminato nel grande campo della propria esistenza e, se si è ancora in tempo, si possono espiare i propri peccati o si può cercare di “recuperare” un rapporto sopito, impolverato dai passati rancori. I legami affettivi, gli Amori vanno vissuti, gustati, assaporati nell’attimo, nel momento in cui tutto nasce, sboccia perché tutto lascia dentro e dietro di sé un alone di benessere: l’essenza del calore umano. Solo una relazione basata su sani principi, sincerità e rispetto reciproco, potrà dare i propri frutti, anche dopo molto tempo.
Laura cresce sentimentalmente, compie degli errori grossolani dovuti a una spasmodica ambizione professionale, però tutti i lettori si aspettano la nascita di un riscatto di questo personaggio. Laura ragiona troppo, usa sempre e solo la testa nelle sue svariate decisioni. Dato che lo scrittore lascia in sospeso una buona fetta della sua vita, noi-spettatori pensanti ci auguriamo che in futuro agisca più di “pancia”. Il padre Guido, per certi versi, è simile alla figlia; basti pensare che nel proprio affaccendarsi quotidiano dimentica anche il sapore e il torpore che si prova nel gustare un buon pranzo tra coinquilini. La vita corre, corre via e questo suo fluire costante, repentino, incontrollato, ci fa perdere il vero senso, il vero valore-sapore che ogni uomo deve attribuirle.
La vita è sacra ma la verità ci rende liberi e cristallini come l’acqua. Solo la verità permette di riscattare il passato, vivere il presente e posare i nuovi mattoni della” casa” dell’incerto futuro.
Morte a San Siro
di Alessandro Bastasi
Fratelli Frilli Editori
Grazie a Carlo Frilli
Articolo di Concetta Padula