Al centro della vicenda Victoria, interpretata dalla splendida attrice Virginie Efira, avvocato penalista che deve districarsi quotidianamente tra lavoro, famiglia e una vita sentimentale turbolenta. Un lato sconclusionato, qualcosa di surreale negli eccessi, una grande passione professionale che però non fa della protagonista una donna in carriera – è questo il lavoro originale – con una fragilità sentimentale che rischia di compromettere la professione e la cura delle figlie. Il titolo è davvero indovinato: tanti uomini, solo uomini ma nessuno è davvero l’uomo di Vittoria, un profilo impietoso di una donna troppo occupata da sé per vedere gli altri eppure bisognosa di affetto, disposta a illudersi solo con l’adorazione.
Al centro del nuovo film di Justine Triet – nelle sale cinematografiche dal 25 gennaio - Victoria e i suoi uomini, interpretata dall’attrice Virginie Efira - già presente nel cast di "Elle" di Paul Verhoeven e protagonista femminile di "Un amore all'altezza" di Laurent Tirard, che si chiede da quanto la sua vita di madre separata, avvocato penalista di successo e amante compulsiva, è andata a rotoli. Tra uno psicoanalista e un agopunturista, più spesso rifugiandosi nelle braccia vide e irresponsabili di amanti occasionali, o corteggiatori per lei trasparenti, cerca una risposta alla sua inquietudine.
La commedia, elegante, amara, sofferente ha inaugurato la Settimana della Critica del Festival di Cannes e porta alla ribalta un profilo femminile psicologico interessante, tutt’altro che scontato, senza quell’aurea brillante e leggera tipica della commedia. Il film è un crescendo perché da una storia come tante all’inizio dove la protagonista appare, bella, sensuale, in qualche modo vincente e un po’ frivola, si disegna a poco a poco una donna così desiderosa di affetto e timorosa, che preferisce rifugiarsi nel sesso compulsivo e in un’ammirazione devozionale e un po’ sottomessa che fanno sì che la sua posizione sia o almeno appaia forte rispetto a quella dell’uomo di turno. Curioso certamente il fatto che tutti le baby sitter delle sue due figlie, molto lasciate a loro stesse, siano uomini che finiscono per subire il fascino di Vittoria. Una volta è il praticante avvocato, una volta il giudice con il quale entra in conflitto di interessi o ancora “caldo e cerebrale 75”, un uomo incontrato su Internet, si intuisce, con il quale ci sarà solo una breve e impacciata chiacchierata.
La vita di Victoria è piena di guai a cominciare dal fatto di essere una madre separata che di fatto si occupa da sola delle figlie, un lavoro impegnativo che la mette di fronte a casi psicologici estremi e surreali, senza contare il calo del desiderio sessuale, compensato con incontri casuali e fugaci; gli assalti di un ex marito che prova a sfruttare, anche economicamente, i risvolti scabrosi della loro passata relazione, aprendo un blog di scrittura creativa dove sostanzialmente racconta Victoria sotto mal celate mentite spoglie. Non mancano i sensi di colpa nei confronti delle due piccole figlie, trascurate per cercare una faticosa affermazione professionale, anche se il lato materno è il lato debole di questa donna. Accetta così di difendere un suo amico, con il quale ha avuto nel passato una storia, accusato di molestie sessuali a danno della sua stessa donna con la quale intrattiene un rapporto improbabile di rancore, odio a tratti, ma anche sudditanza reciproca. Per questo si affida a due improbabili testimoni, uno scimpanzé e un cane dalmata; vince la causa ma inciampa in un nuovo dramma. E’ però l’amore a vincere sempre che spesso appare quando se ne va. Il finale resta però composto, senza smancerie, né bollicine.
Titolo originale: Victoria
Regia: Justine Triet
Interpreti: Virginie Efira, Vincent Lacoste, Melvil Poupaud, Laurent Poitrenaux, Laure Calamy
Genere: Drammatico
Paese: Francia
Anno: 2016
Durata: 95 minuti
Uscita cinema in Italia: giovedì 25 gennaio 2018
Produzione: France 2 Cinéma, Ecce Films, CNC
Distribuzione: Merlino Distribuzione
Ufficio stampa
Lucia Fiore
Deborah Macchiavelli
Articolo di Ilaria Guidantoni