Palmares 2016, Francofilm – Festival del film francofono di Roma
Scritto da Ilaria Guidantoni Domenica, 20 Marzo 2016Un’edizione che vede come fil rouge il tema della donna e il suo dialogo con i bambini e con il mondo maschile, talora lo scontro, l’isolamento ma pur sempre la forza interiore, determinante quand’anche non si traduce in potere. Al centro dei film il rapporto tra generazioni, l’intreccio e la fragilità delle relazioni sentimentali e familiari, tra passato e presente, in una complessa dialettica fra tradizioni ed esigenza di modernità, di libertà.
“Au milieu de nulle part” – Vietnam, di Nguyen Hoang Diep. Francofilm, Festival del cinema francofono di Roma
Scritto da Ilaria Guidantoni Domenica, 20 Marzo 2016Atmosfera desolata e densissima di gente, rumori, affollata di violenza, quasi atti casuali di ordinaria follia. Il qualunquismo dei sentimenti in un dramma plumbeo, girato quasi sempre di notte, in interni da favelas e dall’atmosfera cupa e opprimente. Un affresco impietoso di un mondo che sopravvive a se stesso e soprattutto alla propria miseria interiore. Perfino l’amicizia è in qualche modo congelata dalla logica del quotidiano. Un po’ lento, un mondo davvero lontano. Ben girato, comprime i personaggi nell’ambiente che li sovrasta tra riti arcaici e una modernità tecnologica alla deriva.
“L’orchestre des aveugles” – Marocco, di Mohamed Mouftakir. Francofilm, Festival del cinema francofono di Roma
Scritto da Ilaria Guidantoni Domenica, 20 Marzo 2016Neorealismo in salsa marocchina, con quel tocco di nazional-popolare, tanta musica e frastuono, generazioni a confronto, regole fissate dall’inizio dei tempi e infrante di nascosto. La storia di un gruppo familiare e di vicinato che a modo suo sfida l’occhio di mondo e vive quel tentativo di rinascita degli Anni ’60 tra voglia di emancipazione e credo politico, con molti retaggi antichi e una censura che è soprattutto interiore.
“Les oiseaux de passage" – Belgio, di Olivier Ringer. Francofilm, Festival del cinema francofono di Roma
Scritto da Ilaria Guidantoni Sabato, 19 Marzo 2016“Gli uccelli migratori”, traduzione letterale in italiano, racconta la storia tenera di un’amicizia tra due bambine, ognuna con le proprie fragilità, anche se l’una è più apparente, costretta in carrozzina. Il pretesto è la cura di un anatroccolo, uccello migratore anche se indifeso che diventa metafora del bisogno di cura e di accudimento di ognuno di noi – essere madri e figli al contempo – e della necessità altrettanto forte di lasciare il nido. Dolce, surreale in certi momenti, eppure credibile, per l’infanzia i giochi sono una cosa seria.
“Rapt à Bamako” – Mali, regia di Cheikh Oumar Sissoko. Francofilm, Festival del cinema francofono di Roma
Scritto da Ilaria Guidantoni Sabato, 19 Marzo 2016Film per certi aspetti ingenuo ma coraggioso, di denuncia della corruzione in Mali e in generale nell’Africa ex coloniale e della diffusione di pratiche barbare. Un modo per raccontare aspetti arcaici della famiglia e il ruolo determinante delle donne e dei bambini nel progresso della società, a dispetto delle regole codificate.
“Un nuovo giorno” – un film di Stefano Calvagna
Scritto da Ilaria Guidantoni Domenica, 13 Marzo 2016Una riflessione esistenziale, con il tono della commedia e un finale lieto che dà speranza, senza nessun semplificazione. Un film sulla ricerca autentica di noi stessi e del nostro posto del mondo, oltre qualsiasi falsificazione: il coraggio e l’umiltà di guardarsi dentro in quel nucleo più profondo senza toni di sfida, senza voglia di scandalizzare. Una storia paradossalmente e incredibilmente semplice di valori familiari, di desiderio di famiglia, di fede nonostante tutto e che, in un mondo alla deriva che preferisce la protesta e lo scandalo, vuole proporre che l’amore è ancora possibile anche se la strada è faticosa. Un’analisi attenta dei comportamenti umani, un film sul rispetto dell’altro, sulla complicità che è solidarietà, sulla complessità dell’identità. Interpretato con passione e attenzione dagli attori che non schiacciano mai il personaggio. Belli i dialoghi.